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Cambiamento climatico: agricoltura e viticoltura secondo Alicia Moya

Written by Veronica Lavenia

Non è più il tempo di perdere tempo. Il cambiamento climatico ha già modificato l’approccio all’agricoltura in varie parti del mondo, richiedendo ricerche e manutenzione straordinaria da parte degli addetti ai lavori.

In campo vitivinicolo e olivicolo, agronomi ed enologi offrono la loro professionalità per arginare le problematiche in atto. Ciò che oggi sembra preoccupare soprattutto le aziende di settore, ben presto riguarderà anche i consumatori e ciò che portano in tavola.

Alicia Moya, agronoma cilena, nota già ai lettori, per un’intervista dedicata al mondo dell’EVO (disponibile qui), esprime il suo parere in merito, forte di una lunga esperienza che la porta a girare il mondo e a conoscere varie realtà climatiche.

©Alicia Moya

Il cambiamento climatico è già in corso. In generale, per l’agricoltura, quali sono i possibili scenari futuri, diciamo nei prossimi dieci anni, se non si prendono le misure giuste?

Il cambiamento climatico è una delle maggiori minacce ambientali che affrontiamo come esseri umani e il settore agricolo sarà il più colpito, se non adottiamo le misure necessarie.

Il cambiamento climatico, sommato alla diminuzione delle risorse idriche, ridurrà l’agricoltura mondiale, come l’abbiamo conosciuta fino a ora. Le aree di coltivazione saranno limitate, il che ridurrà la produttività e la qualità dei prodotti. Questo è un grosso problema per paesi come il Cile dove la produzione di frutta fresca è una voce importante all’interno del PIL nazionale.

Tuttavia, la cosa più preoccupante è la riduzione della disponibilità di acqua,+ accentuata dallo scioglimento dei ghiacci nella catena montuosa, nei ghiacciai e nella stessa Antartide, che potrebbe produrre cambiamenti negli ecosistemi, in particolare nella flora e nella fauna del nostro Pianeta. È necessario prendere coscienza di tale realtà e cercare alternative per la conservazione delle specie, sì da mantenere il loro equilibrio ed evitare il rischio di estensione nel prossimo futuro.

©Alicia Moya

Come agronomo, quali cambiamenti stai già notando, ad esempio, in Cile, nel tuo paese e, in generale, qual è la tua esperienza al riguardo?

Il Cile è sempre stato caratterizzato da una condizione climatica molto eterogenea, dovuto dall’essere un paese lungo, influenzato dall’Oceano Pacifico e dalla catena montuosa delle Ande, che funge da schermo climatico. Ciò consente uno scenario favorevole per tutti i tipi di colture. Tuttavia, negli ultimi anni la siccità è stata sempre più forte e costante in gran parte del Paese, diventando molto grave nella zona settentrionale e avanzando verso la zona centrale. Le aree di coltivazione hanno dovuto privilegiare le colture meno intensive nel consumo di acqua. È un grande problema, che cresce di anno in anno, poiché le precipitazioni diminuiscono sempre di più.

©Alicia Moya

Quali piante si adattano meglio ai cambiamenti climatici e quali rischiano di scomparire in alcune zone del mondo?

È difficile definire quali piante potrebbero essere in pericolo di estinzione. Credo che la natura sia saggia e che l’evoluzione delle specie giochi un ruolo molto importante in questa materia. Le piante adattano il loro metabolismo alle condizioni avverse, qualunque esse siano. Si acclimatano, moderano la loro energia per poter generare nuovi individui e perpetuare la loro specie, che è il loro obiettivo di esistenza. In questo senso, le piante e gli ortaggi annuali, che hanno un tempo di vita definito e breve e hanno intervalli di temperatura più ristretti per il loro sviluppo, saranno danneggiati e potrebbero persino scomparire.

©Alicia Moya

Per quanto riguarda la viticoltura, quali conseguenze, secondo la tua esperienza, potrebbero avere temperature più elevate, ad esempio nelle zone più settentrionali dove solitamente si producono vini bianchi che richiedono temperature più fresche?

Sicuramente, questo aumento delle temperature modificherà le aree produttive, dove le varietà potranno esprimere tutto il loro profilo sensoriale. Le zone dove si producono i vini bianchi, che necessitano di un clima freddo per la concentrazione di aromi e sapori, dovranno variare per mantenere la loro personalità.

In Cile, l’Oceano Pacifico è stato il grande alleato per dare vita a un sigillo distintivo alle varietà bianche, come la Valle di Casablanca. Purtroppo, in futuro, l’influenza marittima potrebbe non essere sufficiente a mitigare l’aumento delle temperature. La leggerezza dei bianchi può risentirne, data la sensibilità del vitigno alle variazioni di temperatura, che potrebbero influire sulla sua gradazione alcolica, e quindi, sul profilo sensoriale dei bianchi che siamo abituati a bere.

©Alicia Moya

Come adattare la coltivazione della vite in uno scenario di cambiamento climatico?

Il tentativo di adattare la coltivazione della vite a scenari climatici avversi può essere realizzato passo dopo passo, attraverso la ricerca, lavorando con nuove varietà che si adattano alle temperature più elevate, o selezionando cloni, e utilizzando portainnesti che si adattano alla nuova realtà.

Altre alternative sarebbero cercare nuove aree produttive, spostandosi più a sud del Paese, nel caso del Cile, ad esempio. Le aree che non avevano le condizioni per la vite, però, in questa caso avrebbero alternative coerenti per lo sviluppo della coltura.

Le Università stanno già lavorando alla gestione agronomica, come la potatura a diversi stadi fenologici, la gestione della chioma e il sistema di guida per garantire la sostenibilità della viticoltura nella valle centrale e non perdere le caratteristiche e la tipicità delle varietà per le quali sono riconosciute a livello mondiale.

Il cambiamento climatico influenzerà anche la qualità dei frutti della terra e, nel caso della vite, anche la qualità delle uve e dei vini?

L’aumento della temperatura sta già influenzando la fisiologia di molti alimenti, le loro prestazioni e qualità. Nel caso della vite si sono accorciate le fasi fenologiche, si è alterata la maturazione e si è accorciato anche il tempo di vendemmia: questi effetti sono reali e palpabili e si possono osservare in alcuni vigneti. Poiché i grappoli sono più piccoli, la produzione diminuisce e, naturalmente, cambia la composizione fenolica, che diventa un fattore determinante nella maturazione delle varietà rosse. Si è anche visto con maggiore frequenza che la concentrazione degli zuccheri avviene prima dell’accumulo di antociani nel processo di maturazione, che si traduce in un aumento dei gradi alcolici e quindi in vini sbilanciati, producendo difficoltà nella fermentazione alcolica e malolattica.

L’aumento della temperatura è particolarmente allarmante per la viticoltura, molto sensibile agli sbalzi di temperatura.

Sono molte le sfide che sorgono per continuare a mantenere la qualità nei vini. C’è molto da fare, ricerca e lavoro in questo senso. Il cambiamento climatico è una priorità e dobbiamo affrontare il presente con questa condizione.

Dobbiamo gettare le basi affinché le generazioni future possano fare un uso razionale delle risorse per realizzare lo sviluppo di un’agricoltura consapevole, di uno sviluppo sostenibile e in condizioni climatiche sempre meno favorevoli.

About the author

Veronica Lavenia

PhD.
Writer, book author and magazine contributor, some of her works have appeared in the most popular International magazines.
Digital Content Manager and Communication Manager at "The Wolf Post", since the birth of the platform.

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